la dimora

PERMANENZA PIACEVOLE NELLA FANTASTICA PIOZZO

In una elegante dimora storica potrete soggiornare in confortevoli stanze, restaurate nel rispetto delle preesistenze sette-ottocentesche, in cui gli originali arredi d’epoca si integrano con moderni confort quali aria condizionata, TV, Wi-Fi vi permetteranno di trascorrere un piacevole soggiorno nel ridente paesino di Piozzo, terra della zucca (la cui tradizionale fiera si svolge ogni anno la prima domenica di ottobre) e culla della birra “Baladin” (ormai conosciuta in tutto il mondo).

A circa cinque chilometri si trova Carrù, patria del Bue grasso, dove si può gustare l’eccellente bollito.
Piozzo puō essere la partenza per escursioni nella Langa, alla scoperta di castelli, vigneti e ristoranti di tradizione. (Alba dista una trentina di chilometri e entro questo raggio si trovano Barolo, Monforte, Serralunga, La Morra, ecc.).

I dintorni possono essere scoperti anche attraverso escursioni in moto o con la bicicletta e se si desidera estremo relax, varie possono essere le passeggiate nella campagna dei dintorni, che si stende tra i meandri del Tanaro, che offre gli spettacolari panorami dei calanchi in tufo.
Meno di dieci chilometri permettono di immettersi sull’autostrada To-Sv e Cuneo si raggiunge in poco più di venti minuti.
La colazione viene servita presso l’adiacente Casa Baladin, dove si potranno eventualmente consumare anche i pasti, preparati dallo chef Christian Delrio.

L’accesso alle camere è autonomo e il parcheggio č sulla piazza sulla quale affaccia l’edificio.
Nella prima metà del settecento il quartiere ove sorge l’attuale casa Gallo- Basteris era definito Cantone sopra la Rocca poiché affacciava sull’Ochera, un avvallamento a ridosso della porta d’ingresso al paese, successivamente colmato con terreno di riporto per formare l’odierna piazza 5 luglio 1944.

Nella seconda metà del settecento vari lotti di terreno e piccoli edifici della zona vengono accorpati e riplasmati, formando il palazzotto con cortile, giardino e rustici annessi che ancora oggi riscontriamo. L’occasione dell’ambiziosa riqualificazione edilizia si coglie nel matrimonio celebrato nel 1784 tra il medico Giuseppe Domenico Gallo (gli avi provengono da Castelletto Stura) e Marta Ricotti, appartenente ad una notabile ed agiata famiglia di Piozzo (i Ricotti vi esercitano professione di notai e speziali). Il Catasto Napoleonico (1813) riferisce la proprietà dell’immobile e delle sue pertinenze al nipote Alessandro Gallo, chirurgo, figlio di un fratello di Giuseppe Domenico non avendo, questi, discendenti diretti. Il figlio di Alessandro, Giovanni Antonio, proseguendo la professione medica famigliare, risiede in questa dimora con la moglie Marianna Bruno da Mondovì. Sono questi i genitori del geometra Alessandro, Segretario Comunale e marito di Annetta Basteris da Garessio, figura centrale della famiglia, la quale, rimasta vedova ancora giovane con un figlio piccino, sorretta da una grande fede, affronta la situazione vedovile con determinazione e risolutezza.

L’amato figlio, avvocato Pietro Paolo Cesare Augusto, riconoscente nei confronti della venerata madre, avanza ed ottiene, con Regio Decreto del 9 giugno 1900, l’unione del cognome paterno Gallo con quello della famiglia materna Basteris. Con il matrimonio, nel 1904, dell’avvocato Pietro Paolo Cesare con la damigella Maria Vittoria Ricotti da Piozzo, quasi sembra chiudersi un cerchio: infatti, come nel settecento, una Ricotti torna ad unirsi con un Gallo-Basteris. I nipoti e bisnipoti di questa coppia, residenti in vari luoghi d’Italia, dopo un periodo che li vede frequentare l’avita dimora per brevi periodi di vacanza, alienano la proprietà alla famiglia Servetti negli anni novanta del novecento.

La
Storia

La sistemazione e le decorazioni esterne ed interne della dimora (così come si presenta attualmente) si devono, come chiaramente testimonia una scritta conservata su una parete di una saletta del pianterreno, alla committenza della Signora Annetta Gallo-Basteris, di anni 64, e del figlio avvocato Cesare, di anni 28 ‘nell’Anno Santo 1900, sotto il Pontificato del Grande Leone XIII’. L’apparato decorativo, seguendo un gusto tipico di quegli anni, accosta decorazioni neo-barocche a riferimenti neoclassici, sottolineati da fiori, rami e foglie disposti a cespi, tralci e ghirlande, che divengono motivo ricorrente; simboli religiosi cristiani dipinti sul soffitto di alcuni ambienti stanno ad indicare la sentita devozione della padrona di casa e del figlio. La firma di G. Falcheri di Mondovì, coadiuvato da certo C. Rolandone, ribadisce ch’egli dipinse le camere, l’atrio, la scala e la facciata’ della dimora, un percorso di ambienti di rappresentanza e privati, tuttora riconoscibili nelle funzioni d’origine: salotti, sala da pranzo, studio, biblioteca, varie stanze da letto, ecc.

Il B&B Gallo-Basteris occupa la manica principale dell’edificio e si sviluppa negli ambienti al piano nobile dell’antica dimora; un mirato restauro, condotto dall’attuale proprietario, arch. Valter Servetti, ha valorizzato, con attenzione alla patina del tempo, i dettagli architettonici come le decorazioni pittoriche di alcune pareti e soffitti. ’Vi si avverte l’ospitalità discreta e la signorilità del Vecchio Piemonte’…‘Sembra di entrare in una casa dove il tempo si è fermato’….’Emerge il fascino delle case d’epoca rivisitate con un gusto e una singolare attenzione al dettaglio’.

Questi sono alcuni commenti di persone che, in anteprima, hanno dato uno sguardo agli interni del B&B, dove, in realtà la funzionalità contemporanea si sposa agli ambienti aulici; dove arredi e dipinti antichi (che sembrano essere lì da sempre) sono accostati a materiche espressioni pittoriche del Novecento; dove interni di luci e di ombre, di riflessi e miraggi, di pause e silenzi, ti suggeriscono sensazioni di luoghi e cose ritrovate. E il motto ‘Parva domus, magna quies’, scelto dagli antichi proprietari e inciso sul portone d’ingresso, si propone, oggi come un tempo, ad accogliere gli ospiti.

Nell’ingresso del B&B Gallo-Basteris troviamo un dipinto di scuola genovese del XVII secolo raffigurante ‘la decollazione del Battista’. L’olio su tela, di forte impronta caravaggesca, proviene da un’antica dimora carrucese.